TERAMO – E’ nella commozione del rettore Dino Mastrocola, prima ancora che nelle parole della moglie Ornella Iavicoli Russi, presidente della Fondazione che porta il suo nome, che torna a vivere nei corridoi dell’Università di Teramo la figura del rettore ‘illuminato e sportivo’ Luciano Russi. Nel decennale della sua scomparsa, avvenuta il 30 giugno 2009, UniTe ha inteso rilanciare quella che all’epoca fu la scelta pioneristica di introdurre lo sport nella formazione universitaria, con l’istituzione di un corso di laurea specialistica con sede ad Atri: istituito nel 1995, divenne una ‘prima volta’ a livello italiano ed europeo e sfornò tanti esperti nel management sportivo, oggi professionisti nelle diverse discipline sportive in club o federazioni nazionali, tra i quali l’abruzzese Gabriele Gravina, attuale presidente della Federcalcio, che ne fu attivo sostenitore. Quel corso rivivrà con il Master in “Comunicazione e politiche per lo sport”, in sua memoria e intitolato a un altro compianto pilastro dell’ateneo teramano, quel professor Giuseppe Sorgi, scomparso nel dicembre 2017, che del corso di laurea atriano era il presidente. Sono stati Amedeo Pomilio, pallanuotista plurimedagliato e ora allenatore in seconda della Nazionale di pallanuoto che quest’anno ha trionfato ai Campionati del Mondo e Cetteo Di Mascio, laureato in Scienze giuridiche economiche e manageriali dello sport all’Università di Teramo, allenatore plurititolato e oggi responsabile del settore giovanile della Teramo Calcio.
La figura eclettica del rettore Russi, il cui disegno programmatico dei suoi 11 anni alla guida dell’Università si è tradotto nell’attuale struttura a cinque facoltò dell’ateneo, è stata ricordata come già avvenuto a giugno e luglio con alte due iniziative culturali tra Teramo, Torino e Pescara, nell’ambito delle celebrazioni organizzate dalla Fondazione a lui intitolata. "Ricordo ancora la telefonata quando ero a Udine – ha raccontato Dino Mastrocola -, quando mi chiese se volevo tornare in Abruzzo per animare la Facoltà di Agraria e non credo di avere avuto nemmeno un secondo di esitazione per accettare. Poi è partita questa avventura, che dal primo momento, dall’abbraccio con lui, ha costituito un legame che non si è mai scisso. Aveva una grande capacità di coinvolgere gli studenti, e le sue capacità di scienzato e formatore ho cercato di farle diventare miei riferimenti".
Definito ‘un intellettuale di confine fra la storia, la filosofia, la politica, la società e lo sport", in particolare di quest’ultimo e del calcio, sua vera passione, ha fatto oggetto di "rivincita nei confronti degli ambienti accademici che avevano sempre considerato una cosa che doveva stare fuori dalle opere accademiche", come ha svelato la moglie Ornelia Iavicoli, presidente della Fondazione Luciano Russi. Fu per questo che costruisce la filiea di studi accademici del corso di laurea in management dello sport e delle società sportive che resisterà per 15 anni, fino al 2011, in Ateneo. "L’amore per lo sport – ha aggiunto Mastrocola – inteso non soltanto come passione che ognuno di noi vive in maniera personale ma come settore in cui investire in formazione e ricerca. Oggi è l’occasione per far ripartire e riparlare di attività formativa in campo sportivo". Ne fu convinto assertore e ci riuscì, nonostante i tanti musi storti dei puristi accademici. Ne ricordava lui stesso un aneddoto esemplare, quando in un pomeriggio romano dialogando con il suo maestro, il professore e filosofo Augusto Del Noce, questi per compiacerlo del suo amore per il calcio, gli chiese notizie ‘sulla Cagliari’: "Di fronte a questo articolo usato improriamente Luciano, che si stava lanciando a raccontare la sua passione, fece marcia indietro perchè capì che non ci sarebbe stata alcuna possibilità".
"’La democrazia dell’agonismo’, scritto da Russi ed edito da Lancillotto e Nausica editrice, a cura di Luigi Mastrangelo, pubblicato nel 2003 e ora riproposto con l’aggiunta di significativi contributi, è stato riproposto in mattinata, con il contributo della preside della facoltà di Scienze politiche, Francesca Gallo e del preside di Scienze della Comunicazione, Christian Corsi nell’inconto moderato da Adolfo Noto, docente di Storia delle dottrine politiche di UniTe che ha sempre affiancato il compianto rettore. Teatro protagonista nel pomeriggio, con la rappresentazione di ‘Un paese normale’, sul testo scritto da Luciano Russi nella metà degli anni ’90. La storia è il frutto di una vita di studi dedicata a Carlo Pisacane, il personaggio del Risorgimento italiano per lungo tempo sottovalutato. Lo spettacolo, che ha debuttato nel luglio scorso nell’ambito del Festival ‘Il Fiume e la Memoria’ a Pescara vecchia, per la regia di Rosario Galli, ricostruisce le vicende legate al fallimento della spedizione di Sapri, intrecciando i fili del dramma storico-politico con quelli dei contraddittori sentimenti umani. Ancora una volta, le qualità indiscusse del rettore Russi ricercatore e studioso, sono state esaltate dagli interventi di Cristina Dalla Villa, delegata del rettore all’Orientamento, da Paola Besutti, presidente del Corso di laurea in DAMS, Fabrizio Deriu, docente di Culture teatrali e performative ed Ernesto Maria Pisacane, discendente del patriota risorgimentale che ha portato l’inedito contributo delle sue memorie familiari.